Microsoft ha pubblicato un post sul blog ufficiale in cui ricordava i principi di base della distribuzione del software per Windows. L'azienda non cambierà nulla nel modello attuale, come prima, dando agli sviluppatori l'opportunità di scegliere come distribuire il proprio software e di essere pagati per questo. Gli sviluppatori non saranno forzati o limitati da nulla. Tuttavia, questi principi non si applicano a Xbox.
Windows era e rimane una piattaforma proprietaria ma aperta: chiunque può sviluppare programmi per essa e distribuirli in ogni modo possibile. Questi includono download diretti dal sito, app store di terze parti come Steam ed Epic, così come il proprio negozio Microsoft Punto vendita dell'azienda. Nel suo post sul blog ufficiale, l'azienda ha confermato il proprio impegno verso questi principi e non ha intenzione di cambiare nulla.
La ragione dell'approccio dell'azienda a questo argomento è ovvia: le piattaforme mobili chiuse e semichiuse causano malcontento pubblico, a cui segue l'adozione di nuove leggi che limitano tali pratiche. La discussione attiva sulla questione è iniziata con le cause legali di Epic Games contro Google e Apple, che hanno rimosso Fortnite dai propri app store nell'agosto 2020 perché lo sviluppatore si rifiutava di pagare commissioni elevate per gli acquisti in-game. Microsoft, tuttavia, sottolinea che l'impegno dell'azienda verso l'apertura non si estende alla Xbox, poiché la console è un "dispositivo informatico specializzato".
L'attualità del tema è determinata anche dalle azioni recenti Apple, che, dopo aver rilasciato computer dotati del proprio chip Arm, ha iniziato a spingere gli sviluppatori macOS a pubblicare software nel proprio App Store. Microsoft ha anche fatto alcune cose strane con Windows 11 e il browser Edge, quindi questo potrebbe aver sollevato qualche dubbio anche ad alcuni utenti. Pertanto l'azienda si è affrettata a rassicurarli pubblicando i principi a cui si è impegnata ad aderire. In sintesi possono essere così formulati:
Microsoft ha inoltre affermato che, in qualità di nuovo editore dei giochi Call of Duty e di molti altri che possiederà dopo l'acquisizione di Activision Blizzard, la società li manterrà a disposizione PlayStation "sulla base degli accordi esistenti e in futuro", l'azienda è ugualmente interessata a supportare le console Nintendo. Una mossa coraggiosa per un giocatore destinato a diventare uno dei più grandi editori di giochi al mondo.
Leggi anche:
Lascia un Commento