Gli astrofisici cercano di rilevare la materia oscura osservando la stella

Gli scienziati dell'Università del Colorado a Boulder (USA) stanno cercando la materia oscura non con l'aiuto di attrezzature di laboratorio, ma con l'aiuto dello spazio naturale - stelle. Stanno osservando una stella con un campo magnetico molto forte nella speranza di rilevare particelle che possano costituire materia invisibile, riferisce il servizio stampa dell'università. Gli scienziati hanno riportato i loro primi risultati in Astrophysical Journal Letters e Physical Review Letters.

L'oggetto fungeva da "rilevatore". PSRJ1745-2900 – una magnetar, ovvero un tipo di stella di neutroni che genera un campo magnetico incredibilmente forte. Questa magnetar orbita al centro della nostra galassia, la Via Lattea, a meno di un anno luce dal buco nero supermassiccio. PSR J1745-2900 produce un campo magnetico che è circa un miliardo di volte più forte del magnete più forte sulla Terra.

Questo campo forte può interagire con gli assioni, ipotetiche particelle, candidate al ruolo di particelle di cui può essere composta la materia oscura. Secondo la teoria, gli assioni sono miliardi o addirittura trilioni di volte più leggeri degli elettroni e solo occasionalmente interagiscono con la materia circostante. Si ritiene che, cadendo in una regione con un forte campo magnetico, l'assione dovrebbe decadere in fotoni. E se la magnetar stesse davvero trasformando l'assione in luce, questa metamorfosi potrebbe manifestarsi nella radiazione emanata dalla stella che collassa. Gli astrofisici dell'Università del Colorado a Boulder stanno cercando di vedere questi cambiamenti.

Finora, gli scienziati non hanno visto nessuna di queste diverse lunghezze d'onda nella luce proveniente dalla magnetar, ma la loro ricerca potrebbe integrare gli esperimenti di laboratorio basati sulla Terra alla ricerca di particelle di materia oscura. Con l'aiuto di un "rivelatore" naturale, gli scienziati possono cercare gli assioni, rilevando segnali interessanti alla luce delle magnetar, che possono essere studiati con una precisione molto maggiore già in laboratorio.

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