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Epic Games vince la causa antitrust contro Google

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Lunedì scorso, una giuria ha stabilito che l'app store di Google Play Market era anticoncorrenziale, ma è improbabile che Google veda cambiamenti importanti in tempi brevi, ed è improbabile che tali cambiamenti abbiano un impatto significativo sui profitti dell'azienda. La sentenza potrebbe generare una serie di nuovi casi antitrust contro Google, ma questi casi potrebbero richiedere anni per raggiungere un verdetto.

Epic Games ha citato in giudizio Google nel 2020, sostenendo che la società stava abusando della sua posizione dominante nel mercato delle app per Android, stipulando accordi illegali con i produttori di telefoni cellulari e addebitando ai consumatori commissioni aggiuntive dal 15% al ​​30% per ciascuna transazione. Epic ha cercato di aggirare queste commissioni introducendo un meccanismo di pagamento diretto per gli acquisti nel popolare gioco Fortnite, ma Google ha rimosso il gioco dallo store, il che ha dato origine ad una causa. L'ultima udienza presso un tribunale federale della California settentrionale è durata quattro settimane e si è conclusa con un verdetto unanime secondo cui Google ha stabilito e mantenuto un monopolio nel mercato delle applicazioni per Android e nel mercato dei servizi di pagamento in-app. Una causa simile è stata intentata contro Epic Apple, ma perse la causa, compreso l'appello.

Epic Games vince la causa antitrust contro Google

Nel prossimo futuro il giudice James Donato deciderà sui rimedi: Epic ha chiesto alla corte di cambiare le regole del Play Market, non di un risarcimento monetario. Google non separa l'acquisizione del negozio di applicazioni, che fa parte del segmento "Servizi Google", il cui fatturato nel III trimestre del 2023 ammontava a 67,99 miliardi di dollari, mentre l'anno prima ammontava a 61,38 miliardi di dollari. L'acquisizione del Google Play Market per l'intero anno 2023 sarà di 38,5 miliardi di dollari.

La vittoria di Epic potrebbe costringere Google a cambiare il suo modello di transazione: gli sviluppatori saranno liberati dall'obbligo di utilizzare solo il sistema di pagamento Play Market come condizione per la presenza dell'applicazione nello store. Secondo i risultati del caso, anche Google può essere attribuita alla riduzione della commissione. Un'altra misura di protezione giuridica potrebbe essere l'ampliamento dei poteri degli application store di terzi. Infine, le informazioni rese pubbliche durante le udienze daranno ai partner di Google una nuova influenza nelle trattative: ad esempio, era noto in precedenza che la commissione di Spotify non è del 15%, ma del 4%. Apple riceve da Google anche il 36% delle entrate di ricerca apportate dagli utenti del browser Safari.

Google

Prima che si verifichino cambiamenti drastici, ci vorrà molto tempo, forse diversi anni, secondo gli analisti. Google ha affermato che la società non ha commesso alcun illecito e che la decisione della corte sarà impugnata. Il risultato del processo potrebbe essere solo l'inizio: ora Google è imputato in un altro caso antitrust, in cui il querelante è il Ministero della Giustizia americano. Le azioni della holding Alphabet, proprietaria del colosso della ricerca, sono scese meno dell'1% mentre gli investitori attendono quali rimedi sceglierà il giudice Donato.

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fonteCNBC
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