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Organizzazione europea per la ricerca nucleare (CERN) ha annunciato la fine della collaborazione con centinaia di specialisti legati a organizzazioni russe.
Il rappresentante del CERN Arnaud Marsolier ha dichiarato che circa 500 scienziati che non vivono in Svizzera non parteciperanno più alla ricerca congiunta.
Questa organizzazione non riceve finanziamenti dalla Russia e si sta già preparando affinché altri gruppi scientifici assumano in futuro la ricerca al Large Hadron Collider. Il CERN, situato al confine tra Svizzera e Francia, unisce 23 paesi, ma la Russia non è membro di questa organizzazione.
La cooperazione tra il CERN e la Russia ha avuto le sue difficoltà. Prima della guerra in Ucraina, la Russia era un osservatore in questa organizzazione, ma nell’estate del 2022 il CERN ha deciso di non estendere gli accordi di cooperazione con Mosca e Minsk dopo la loro scadenza nel 2024.
Anche in seguito istituti russi, come l’Istituto Budker di fisica nucleare della SB RAS di Novosibirsk, continuarono a collaborare con il CERN. Tuttavia, ora gli specialisti russi hanno già iniziato a trasferire i loro compiti a colleghi di altri paesi.
La decisione del CERN solleva interrogativi sul futuro della ricerca scientifica. Nel gennaio 2023 si è verificata un'impasse quando gli scienziati non sono riusciti a mettersi d'accordo su come indicare i ricercatori russi e bielorussi come coautori dei loro lavori scientifici sul Large Hadron Collider. Ciò ha ritardato la pubblicazione di oltre 70 studi. Gli scienziati provenienti da Russia e Bielorussia rappresentavano circa il 7% degli autori di materiali scientifici.
Sebbene le prestamp dei lavori siano apparse sul server arXiv, non sono state fornite informazioni sugli autori e sulle organizzazioni che li finanziano. Alla fine il CERN ha deciso di non rendere ancora pubblici questi lavori.
Pertanto, la cessazione della collaborazione del CERN con gli specialisti russi consentirà di risolvere le contraddizioni sorte e di proseguire il lavoro scientifico.
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